da ilMondodelLavoro - articolo di Claudio Armeni
l 12 ottobre, l’assemblea del CNEL ha approvato un documento di notevole importanza in merito al lavoro povero e al salario minimo. Tuttavia, è ora imperativo mettere in evidenza che i sindacati sono chiamati a un impegno incisivo nell’analisi dei dati reali e nell’affrontare con urgenza le categorie di lavoratori che non godono di adeguate coperture retributive minime, oltre alla necessità di elaborare i contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL) che risultano ancora mancanti.
Il documento del CNEL, benché ponga l’accento sulla contrattazione collettiva come chiave di volta per affrontare le questioni salariali, richiede un’approfondita rivisitazione. È fondamentale concentrarsi su tre aree di intervento prioritario:
Analisi approfondita dei dati
I sindacati dovrebbero dedicarsi a un’analisi rigorosa dei dati per identificare le categorie di lavoratori che attualmente non godono di coperture retributive adeguate. Questo passo è cruciale per una migliore comprensione delle dimensioni del problema e per la formulazione di soluzioni mirate.
Coperture retributive insufficienti
Il documento del CNEL riconosce che il lavoro povero colpisce principalmente categorie di lavoratori precari, temporanei, parasubordinati e con contratti discontinui. È, pertanto, di importanza vitale che i sindacati si concentrino sulle esigenze di questi lavoratori, lavorando per l’istituzione di tariffe minime attraverso la contrattazione collettiva, eventualmente supportate da normative di supporto. Questo approccio potrebbe contribuire a migliorare le condizioni retributive dei lavoratori precari non pienamente coperti dalla contrattazione collettiva.
CCNL mancanti
Un aspetto critico è la stesura dei CCNL ancora in sospeso. I sindacati devono affrontare questa lacuna per garantire che tutti i settori lavorativi siano adeguatamente coperti da accordi collettivi. Ciò è essenziale per garantire retribuzioni e condizioni di lavoro adeguate per tutti i lavoratori.
È importante sottolineare che, sebbene il documento del CNEL faccia riferimento alle direttive europee che promuovono la contrattazione collettiva come mezzo per stabilire i minimi salariali, è di vitale importanza che i sindacati si impegnino appieno per assicurare che questa contrattazione sia efficace ed inclusiva. Inoltre, dovrebbero lavorare per prevenire i casi di “contrattazione pirata”, sebbene marginali, ma comunque problematici.
Infine, è fondamentale che i sindacati si adoperino per garantire rinnovi contrattuali tempestivi, evitando ritardi che possono danneggiare i lavoratori, specialmente in un contesto di inflazione. Inoltre, dovrebbero cercare di sviluppare una politica dei redditi che tenga conto delle specificità di ciascun settore produttivo e protegga il potere d’acquisto dei lavoratori.
In sintesi, il documento del CNEL rappresenta un passo importante verso la promozione della giustizia sociale e il benessere dei lavoratori italiani. Tuttavia, è ora il momento per i sindacati di impegnarsi con determinazione nell’analisi dei dati reali e nell’affrontare le categorie prive di coperture retributive sufficienti, nonché nella stesura dei CCNL ancora mancanti.