Presentata una petizione al Parlamento Europeo a firma congiunta dell’eurodeputata Lucia Vuolo, dal Sindacato Italiano Lavoratori – S.I.Lav. e dallo studio legale Fasano per garantire il diritto al lavoro degli specializzati sul sostegno all’estero
Uniti nella lotta e per il bene comune degli specializzati italiani all’estero sul sostegno.
Con questo spirito di iniziativa si è depositata una petizione al parlamento europeo, a firma congiunta, per la tutela del diritto al lavoro ed alla occupazione degli aspiranti docenti italiani che hanno conseguito titolo di specializzazione sul sostegno all’estero.
I firmatari, l’Onorevole Lucia Vuolo, il sindacato SILA e lo studio legale Fasano di Palermo rappresentano i petitionnaire che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno all’estero, nello specifico in Romania e Spagna, e che hanno debitamente avanzato al Ministero competente domanda di riconoscimento del proprio titolo professionale ai fini della spendibilità dello stesso in Italia e che, ad oggi, a distanza anche di tre anni dalla presentazione della domanda, non hanno alcuna certezza sulla conclusione del procedimento di riconoscimento del titolo, ancora pendente.
Le autorità italiane, in realtà, devono garantire che la procedura per ottenere il riconoscimento dei titoli esteri sia completata il prima possibile, dando certezza dei termini per la conclusione dei procedimenti ai quasi 14.000 giovani precari italiani interessati alla vicenda.
Il diritto al lavoro e a condizioni di lavoro eque e dignitose, è ampiamente riconosciuto e tutelato dal diritto dell’unione.
Vale la pena rappresentare che la procedura di riconoscimento dei titoli esteri sembrerebbe certamente un percorso non agevole e celere. È noto difatti come molti soggetti docenti in possesso di un titolo conseguito all’estero, che si premurano di presentare domanda di riconoscimento della propria specializzazione non ricevono risposta da parte del Ministero competente se non prima di un anno dall’inoltro della medesima domanda, con conseguente e gravissimo rischio consistente nella perdita della opportunità di ottenere incarichi a tempo determinato e indeterminato, con il conseguente danno di carattere professionale e patrimoniale.
La vicenda legata all’abilitazione e specializzazione sul sostegno all’estero lascia – dall’anno 2020 - circa 14 mila insegnanti precari italiani senza cattedra. I ritardi ad oggi pendenti, quindi, sul riconoscimento del titolo farà decadere la possibilità per questi insegnanti di avere una cattedra il prossimo anno scolastico, limitando così il loro accesso all’impiego.
In ultimo, in modo del tutto contraddittorio, si è previsto che i docenti in attesa del riconoscimento del titolo estero siano posizionati in coda alle graduatorie rispetto a chi lo ha conseguito in Italia o lo conseguirà entro giugno 2023.
Invero, Il DL 44 del 22 aprile 2023, convertito con legge n. 74/2023 preclude l’accesso alla sottoscrizione di contratti a tempo indeterminato per quanti sono in attesa di riconoscimento del titolo e relega gli stessi in coda alla prima fascia GPS: potranno stipulare contratti, solo a tempo determinato, in coda rispetto ai docenti già specializzati o abilitati.
L'amministrazione dell'Unione dovrebbe adottare gli atti amministrativi in tempi ragionevoli. Un'amministrazione lenta è una cattiva amministrazione. Qualsiasi ritardo nell'adozione di un atto amministrativo dovrebbe essere giustificato, e la parte del procedimento amministrativo dovrebbe essere debitamente informata del ritardo stesso e della data prevista per l'adozione dell'atto amministrativo.
Con questo atto, se accolto, si potrebbe ottenere la condanna dello Stato italiano per il grave danno da ritardo arrecato ed uno snellimento della procedura che oggi – nega- l’accesso al lavoro, senza alcuna ragione oggettiva.